“Lo scambio del nulla” di Maria Aprile

Ci si può innamorare di un’idea, di un pensiero, di un desiderio, al punto tale da credere che quell’idea, quel pensiero, quel desiderio, siano reali. E poi, quell’amore diventa quasi una condizione in cui accettarne i relativi compromessi è solo una logica conseguenza. C’è chi beve, chi fuma, chi si droga per farsi del male, ma c’è chi si innamora per lo stesso identico motivo. La debolezza dell’anima non trascende dalla sua stessa forza nell’essere fragile e riconoscere di essere tale. L’attrazione nasce da due poli opposti e contrari, ma soltanto finché non si avvicinano e si scoprono più simili che mai.

Il libro è corredato da un CD audio ed è possibile scaricare l’audiolibro su tutte le migliori piattaforme.

“Le Neanidi” di Raffaella Sirico

È nell’assurdità delle parole
che si può trovare
la vera sinfonia della vita…

I sentimenti sono l’unico antidoto contro la sofferenza, basta un bacio, un sorriso e tutto cambia, mentre: “l’anima tace e il cuore si accende”. Il caos è padrone dei nostri sensi, vanifica le nostre illusioni e la nostra quiete, ma: “io non sono altro che tempesta in un giardino di betulle e di magnolie”.

“Le Neanidi” di Raffaella Sirico

Prossima pubblicazione…

“Una nuova primavera” – Raccolta poetica di Chiara Verdicchio

La poesia è musica, un ritmo armonioso che unisce parole e suoni per trasmettere un messaggio, per dare voce a sentimenti assoluti e universali che nascono dall’anima e sfociano “nel mare immenso della vita”. I versi di Chiara Verdicchio sono limpidi e precisi, quasi fossero scolpiti, e trovano un perfetto equilibrio tra il ricordo e la narrazione vitale di “un racconto col finale tutto da inventare”, tra “una gracile promessa” e “un grande campo di girasoli”. Sofferenza e conforto si scontrano in questi versi, che l’autrice raffigura usando colori tenui ed emozionali, materializzandosi improvvisamente nel desiderio di cambiamento “per gridare al mondo che anche le peggiori tempeste hanno alle spalle un meraviglioso arcobaleno”.

Una nuova primavera” è una raccolta poetica in cui i sogni divengono velieri che solcano il mare, un potente mezzo di cambiamento per dirigere e governare il flusso eterno dell’esistere, per “donare speranza ad un cuore bramoso d’amore“.

Una nuova primavera

“Una nuova primavera” – Raccolta poetica di Chiara Verdicchio

La poesia è musica, un ritmo armonioso che unisce parole e suoni per trasmettere un messaggio, per dare voce a sentimenti assoluti e universali che nascono dall’anima e sfociano “nel mare immenso della vita”. I versi di Chiara Verdicchio sono limpidi e precisi, quasi fossero scolpiti, e trovano un perfetto equilibrio tra il ricordo e la narrazione vitale di “un racconto col finale tutto da inventare”, tra “una gracile promessa” e “un grande campo di girasoli”. Sofferenza e conforto si scontrano in questi versi, che l’autrice raffigura usando colori tenui ed emozionali, materializzandosi improvvisamente nel desiderio di cambiamento “per gridare al mondo che anche le peggiori tempeste hanno alle spalle un meraviglioso arcobaleno”.

Una nuova primavera” è una raccolta poetica in cui i sogni divengono velieri che solcano il mare, un potente mezzo di cambiamento per dirigere e governare il flusso eterno dell’esistere, per “donare speranza ad un cuore bramoso d’amore“.

“Ritmi del Cuore” di Pictor Petrus (Pietro Scoppetta)

Oltre ad eccellere nell’attività pittorica, Pietro Scoppetta fu anche poeta. Sotto lo pseudonimo di “Pictor Petrus” pubblicò nel 1919 a Napoli la raccolta “Ritmi del cuore”. Il filone guida dell’opera è lo struggimento d’amore, riflesso letterario di un vero amore che l’artista coltivò in età già avanzata per una giovane allieva.

Amalfi, 15 febbraio 1863 – Napoli, 9 novembre 1920.

Dedicatosi inizialmente agli studi di architettura, li abbandonò per formarsi artisticamente sotto la guida di Giacomo Di Chirico. Residente a Napoli, a partire dal 1891, ebbe occasione di vivere in un clima di forti movimenti di evoluzione culturale, coincidenti con il mutare della fisionomia urbana a seguito del controverso Piano di Risanamento voluto dai Savoia. Da un lato, infatti, si assisteva alla creazione di nuovi quartieri abitativi e dall’altro alla costruzione di opere pubbliche di grande impatto, come la Galleria Umberto I e il Palazzo della Borsa. In questo contesto, Pietro Scoppetta si mosse abilmente, dando prova di grande talento soprattutto nella rappresentazione della natìa costa di Amalfi e della Valle dei Mulini. Con le sue opere partecipò a diverse esposizioni della Società Promotrice di Napoli. L’attività della città si esprimeva anche nella nascita di eleganti punti di aggregazione culturale, quali il café-chantant Salone Margherita e il Caffè Gambrinus, che divennero presto punti di riferimento della Belle Epoque napoletana. Proprio il Gambrinus gli fornì un’importante occasione per mostrare le proprie capacità, quando nel periodo 1889-1890 fu chiamato ad affrescarne le volte con altri pittori di punta dell’ambiente napoletano dell’epoca (Luca Postiglione, Vincenzo Volpe, Edoardo Matania, Attilio Pratella, Giuseppe Alberto Cocco, Giuseppe Casciaro, Giuseppe Chiarolanza, Gaetano Esposito, Vincenzo Migliaro, Vincenzo Irolli e Vincenzo Caprile).

Come altri artisti precedenti e contemporanei, che accanto all’attività pittorica principale svolgevano una professione alternativa, lavorò come illustratore per le riviste la “Cronaca partenopea”, “La tavola rotonda” e “l’Illustrazione Italiana”, operando alle dipendenze della casa editrice Treves. Nonostante il successo commerciale e di critica che lo portò ad avere in qualità di estimatori delle sue opere il Re Umberto I e il Principe di Sirignano, Scoppetta decise di lasciare l’Italia alla volta dell’estero e soggiornò a lungo a Londra e a Parigi. Nella capitale francese, dove dimorò tra il 1897 e il 1903, si inserì nella folta schiera di pittori partenopei, attratti dalle suggestioni borghesi della Belle Epoque, tra cui ricordiamo Lionello Balestrieri, Arnaldo De Lisio, Ulisse Caputo, Raffaele Ragione e Vincenzo La Bella, e entrò a far parte del filone di artisti italiani filoimpressionisti, dei quali fu grande precursore Giuseppe De Nittis. Dall’esperienza francese trattenne elementi importanti dell’impressionismo, che fece confluire e amalgamò nella sua tecnica pittorica con le tinte vivaci della scuola napoletana. Il periodo parigino vide anche un netto cambiamento dei soggetti dei suoi dipinti. Abbandonate, infatti, le rappresentazioni paesistiche che ne avevano caratterizzato la carriera precedente, si rivolse alla rappresentazione della vita borghese, nella quale individuava gli elementi di ottimismo e di tensione al futuro che più si addicevano alla sua indole. Dopo il 1910 lasciò Parigi per Roma, dove frequentò a lungo l’abitazione dell’amico Pietro Carrara e di sua moglie, la marchesa Maria Valdambrini. Alla sua morte, la Biennale di Venezia del 1920 gli dedicò una sala personale dove furono esposti trentacinque dipinti.

Ritmi del Cuore

Ritmi del cuore

Questa raccolta fu pubblicata nel 1919 dalla casa editrice “L’Editrice Italiana” di Napoli e il testo originale è conservato nella Biblioteca di Montevergine. L’editore dell’epoca, nella sua prefazione, scrisse:

“Dieci anni or sono, quando colui che mal si cela sotto il nome di Pictor Petrus aveva minor peso di anni e maggior messe di sogni, furono per caso scritti questi versi d’amore. Li ha tratti a viva forza l’editore, dalla polvere sotto cui l’artista seppellisce le tele sbiadite, ed eccoli a voi, o lettori, nella loro semplicità fine e sensibile. M’accuserà l’amico Petrus di furto? Prometeo per riscaldare gli uomini rubò ai numi il fuoco; per riscaldare il suo pubblico l’editore ha, senza rimorso, rubato quest’opera di poesia”. 

L’Editrice Italiana

Napoli – 1919