Usa: calo delle vendite nei primi 6 mesi del 2016. Ma gli audiolibri decollano… di Antonio Lolli

I dati dell’Association of American Publishers sono chiari. Negli Stati Uniti, nei primi sei mesi del 2016 si conferma il segno meno delle vendite di libri e altri prodotti editoriali, già rilevato nel 2015. E questo nonostante i segnali positivi di crescita dei mesi di aprile, maggio e giugno (come il +6,7% di vendite nei canali trade registrato a giugno). È importante precisare che questa analisi, pubblicata dall’AAP, si basa sui risultati di 1.200 editori statunitensi e riguarda i ricavi complessivi degli editori derivanti dalle vendite alle librerie, ai grossisti, agli store online e direct-to-consumer. Il primo aspetto è il calo generalizzato del 3,4% di questi ricavi nella prima metà dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2015, con un fatturato complessivo di 5,37 miliardi di dollari. Le categorie considerate nell’analisi comprendono il settore Adult (narrativa, saggistica, testi di carattere religioso), il settore bambini e ragazzi, i testi scolastici e universitari e le pubblicazioni professionali.
Le vendite del settore Adult nei canali trade hanno generato un giro d’affari per gli editori di 2,11 miliardi di dollari, con un calo del 2,8% rispetto ai primi sei mesi del 2015, mentre quelle del settore bambini e ragazzi sono cresciute dello 0,9% con un fatturato di 689, 3 milioni di dollari. Ma uno dei risultati più interessanti è quello ottenuto dai testi di carattere religioso: +10,4% rispetto al 2015, con un picco in particolare nel mese di giugno. Una reazione forse alla complessa situazione politica e sociale della realtà (non solo americana) di oggi?
Se analizziamo le vendite dei diversi formati nei canali trade possiamo osservare un aumento sia per i tascabili che per gli hardcover (rispettivamente dell’8,8% e dello 0,9%). In notevole calo invece le vendite degli e-book: -20,0% rispetto alla prima metà del 2015, con ricavi pari a 579,5 milioni di dollari. Il risultato migliore è ottenuto dagli audiolibri scaricabili (downloaded audio), con un +32,3% e ricavi per 126,7 milioni di dollari. Per gli audiolibri il picco di vendite si è registrato nel mese di giugno (+54,6%). Un vero e proprio boom.
Confrontando i risultati dei primi sei mesi del 2016 con quelli del 2011, si può notare che, se da un lato gli e-book oggi hanno più o meno la stessa quota di mercato del 2011 (19,2% nel 2016 contro  il 18,0% nel 2011), dall’altro, l’incidenza degli audiolibri è raddoppiata (5,0%  contro il 2,5% del 2011).
Il segno meno caratterizza i ricavi ottenuti dalle vendite di testi e materiali scolastici: -2,1% per quelli destinati al segmento k-12 (sigla con cui negli Usa si definisce l’insieme degli anni scolastici che precedono la formazione superiore) e -5,9% per quelli relativi ai corsi di studio superiori.
Una diminuzione ancora più significativa è stata ottenuta dalle pubblicazioni di carattere professionale (testi giuridici ed economici e pubblicazioni tecnico-scientifiche). Le vendite hanno infatti registrato un -23,1% rispetto al 2015 (in questo ultimo caso sono stati confrontati i dati di vendita dei primi sei mesi del 2016 con i primi tre dell’anno precedente).

Antonio Lolli (Giornale della Libreria)

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“Cosa può imparare l’editoria dal cinema?” Articolo di Alessandra Rotondo

L’editoria ha rappresentato per lungo tempo una delle frontiere della subscription economy. Una motivazione del fenomeno va sicuramente cercata nella periodicità di molti dei prodotti offerti dal settore. Una periodicità che, dalle formule tradizionali di abbonamento fondate sulla postalizzazione di copie fisiche, è stato forse intuitivo pensare di sfruttare e potenziare all’indomani della rivoluzione digitale. Eppure la fortuna dei servizi di abbonamento a contenuti editoriali ha conosciuto, almeno per il momento, fasi alterne: concentrandosi sulle offerte all-you-can-read, per esempio, non si può fare a meno di ricordare la chiusura di Oyster. O l’accoglienza meno dirompente di quanto ci si aspettava riservata a Kindle Unlimited. Di sperimentazioni e fermenti sul tema del subscription business model applicato all’editoria, però, continuano a essercene numerosi (dalle subscription box a Comixology Unlimited, passando per DisneyLife, volendo far riferimento solo ai progetti dei quali abbiamo parlato sul Giornale della Libreria in tempi relativamente recenti), segno che la corrente nella quale queste esperienze si iscrivono è lontana dall’esaurirsi e che la subscription war dell’intratteimento è ormai iniziata.

Uno dei timori che riguardano questi modelli è il calo dei margini per «prodotto consumato». Se l’industria del libro dovesse adottare il modello Spotify come standard per la diffusione dei propri contenuti, i ricavi per libro sarebbero necessariamente destinati a calare, così come sono calati, nell’industria musicale, i flussi d’entrata di etichette e artisti. La sostenibilità sarebbe appannaggio solo di opere (ed editori) capaci di muovere enormi quantità di «copie». Eppure all’editoria potrebbe andare meglio, con alcuni correttivi e guardando al cinema piuttosto che alla musica come modello, commenta Anders Breinholst su Digital Book World.

«In generale, il primo passo nel flusso di entrate del settore cinematografico è rappresentato dall’arrivo del film in sala. Dove, per una settimana o più, ciascuno spettatore è disposto a pagare un biglietto per assistere alla proiezione», argomenta. «Quando i film non sono più in sala vengono messi a disposizione per l’acquisto, e qualche tempo dopo possono essere anche noleggiati. A questo punto possono inserirsi nella catena di valore del prodotto attori come Netflix, con i propri servizi in abbonamento». Certo, conclude Breinholst, questo iter potrebbe non essere ottimale per i consumatori, che preferirebbero accedere subito al contenuto attraverso una molteplicità di formule d’offerta, ma assicura al settore un flusso di entrate potenziali capaci di sfruttare le diverse disposizioni all’acquisto e le diverse abitudini di consumo degli spettatori.

Prima dell’avvento dei servizi in abbonamento l’editoria non disponeva di una struttura elaborata per formalizzare un’offerta basata su diversi prezzi di vendita al pubblico. Ora che la struttura è più ricca, per tentare una strada simile è naturalmente fondamentale mantenere «affamati» i clienti corrispondenti a ciascuna fascia di prezzo e non «dar via» in un pacchetto in abbonamento un libro che l’utente sarebbe stato disposto a pagare come contenuto premium.

In maniera più netta e determinante di quanto non avvenga oggi, in futuro la vita economica del prodotto editoriale potrebbe allungarsi attorno a dei momenti cardine: l’uscita del libro in un’edizione pregevole, caratterizzata da un prezzo iniziale elevato e da una distribuzione legata a canali premium; dopo tre mesi la comparsa del tascabile, sconti sul prezzo iniziale e una distribuzione che coinvolga anche canali più popolari. Solo dopo sei mesi, poi, il titolo potrebbe cominciare a comparire nelle offerte dei servizi in abbonamento e essere reso disponibile per il prestito, sfruttando la coda lunga di quei lettori che non hanno ancora ceduto all’acquisto e incontrandone la disponibilità economica: sicuramente minore rispetto a quella degli utenti premium, ma spalmata su una fetta di pubblico più duttile e destinata a crescere nel tempo. E di sicuro non meno desiderabile per chi guarda al fatturato.

Giornale della Libreria

Appunti di un viaggio all’inverso – Nozione d’amore

Aurora, madre di due amatissime ragazze autistiche, Laura e Luce, compie attraverso queste pagine un incredibile viaggio all’inverso, lasciando alle sue spalle la mancanza d’amore e d’amicizia che per anni l’ha condizionata. Il dolore non ha indurito il suo cuore, gli abbandoni non hanno minato il suo amor proprio e le malattie non l’hanno resa impotente: vive di concretezza e immaginazione, seguendo l’incombenza di un disegno superiore, intravisto con la mediazione della sua interiorità e dei suoi arcani contenuti.

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Marina Morelli è nata a Roma, il 5 luglio 1963, e qui vive tuttora. Madre di due ragazze autistiche, si è dedicata pienamente alla loro assistenza smettendo di lavorare nel 1996. Questo è il suo esordio letterario in seconda edizione.

Nozione d’amore – Appunti di un viaggio all’inverso

Distribuzione del libro “Il Chiarificatore”

Il nuovo libro di Giuseppe Misso, “Il Chiarificatore”, è disponibile, per il momento, nelle seguenti librerie:

Libreria Mancini di Francesco Manna
Via N. Poggioreale 11/12
80143 Napoli

Libreria Pironti
Piazza Dante 89 Napoli

Cartolibreria Giorgio Lieto
Viale Augusto 43/51
80125 Napoli

Libreria Scientifica di Renato Bisanti

Corso Umberto I° (Angolo Mezzocannone) Napoli

Naturalmente potete acquistarlo anche sul sito della casa editrice: Le Parche Edizioni

sul sito IBS.IT e tra qualche giorno anche su Amazon

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