“Il giglio rosso” di Anatole France

Pubblicato nel 1894, “Il giglio rosso” è tra i più noti romanzi francesi. Lo scultore Jacques Dechartre e la contessa Thérèse Martin-Bellème intrecciano una relazione amorosa, inquinata dalla gelosia dell’uomo per il passato passionale dell’amata. L’autore fa immergere il lettore in un ambiente mondano, nella tipica atmosfera “fin de siècle”, cerebrale ed estetizzante, spostando abilmente l’azione dei personaggi tra Parigi e Firenze. Una storia di desiderio infausto e di fascinazione erotica, dove la protagonista Thérèse assurge al ruolo di icona, oggetto del desiderio e dell’ossessione possessiva maschile.

Il giglio rosso

Il giglio rosso

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“Le notti bianche” di Fëdor Michajlovič Dostoevskij

“Le notti bianche”, secondo libro di Fedor Dostoevskij, è stato pubblicato nel 1848. L’opera prende il nome dal periodo dell’anno noto col nome di “notti bianche”, in cui nella Russia del nord, e quindi anche nella zona di San Pietroburgo, il sole tramonta dopo le 22. L’autore ebbe a definirlo “un romanzo sentimentale”, ma forse sarebbe più corretto definirlo una fantasia, a causa della trama piuttosto astratta. Il protagonista è un sognatore, un uomo isolato dalla realtà e incapace di intrattenere qualsiasi rapporto di amicizia. Nel corso di una passeggiata notturna incontra, sul lungofiume, una ragazza. Il suo nome è Nasten’ka, ha diciassette anni e viene colpita dal carattere timido e impacciato di lui. L’uomo inizialmente prova solo simpatia per la ragazza, ben presto però il sentimento si trasforma e prende corpo. Il racconto si articola in quattro notti, nel corso delle quali i due si aprono l’uno all’altra.

Le notti bianche ebook

Le notti bianche

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La vita in pezzi… Bill Martora

Giocando a scacchi s’impara a conoscere i propri limiti, ad ammettere i propri errori, a prenderne atto e a cercare di non commetterli in futuro. Sulla scacchiera non esiste la fortuna, non esistono le bugie, non ci si può rifiutare di muovere, bisogna assumersi le responsabilità delle proprie azioni, non ci si può nascondere, non si può incolpare qualcun altro. Uno dei migliori metri di misura del potere e della maturità di una persona, è quello di assumersi le proprie responsabilità. Se non credete nel fallimento, se siete pienamente consapevoli che i vostri sforzi portino al risultato sperato, non avete nulla da perdere e, anzi, tutto da guadagnare, assumendovene le responsabilità, ma dovete crederci e lottare fino in fondo, con fermezza e determinazione, con accanimento e tenacia: sì, quella combinazione di volontà e desiderio, quella forza interiore che ci spinge a superare le difficoltà e ad andare oltre i nostri limiti. Esercitiamo la tenacia ogni volta che sentiamo dentro di noi quella consapevolezza di poter raggiungere i nostri obiettivi. Esercitiamo la tenacia quando a dispetto di chi ci critica o mette in dubbio le nostre capacità perseveriamo nel portare avanti il nostro progetto. Esercitiamo la tenacia ogni volta che non accettiamo la sconfitta. Da ciò, credo che avete potuto intuire che per molti scacchisti, questo gioco è qualcosa di più che un semplice svago, è la vita.

Sulla scacchiera...

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La vita in pezzi – Metafora in bianco e nero

La vita in pezzi

La liberazione della donna

Anna Maria Mozzoni è stata la più importante femminista italiana dell’Ottocento. Nasce nel 1837 da nobile famiglia milanese e conosce fin da bambina la discriminazione riservata alle donne: per mantenere agli studi i fratelli, la famiglia, pur risorgimentale e antiaustriaca, il padre la rinchiude in un collegio femminile di spirito gretto e reazionario. Uscita dal collegio, la giovane Anna Maria forma la sua cultura attingendo alla biblioteca di casa. Tra queste letture, gli illuministi francesi e lombardi, i romanzieri contemporanei, Mazzini, Georges Sand e Fourier. Della sua vita privata si sa poco. Vissuta sino al 1894 tra Milano e il borgo di Rescaldina, ha una figlia, forse naturale forse adottiva, che porta il suo cognome, Bice Mozzoni, e che diventerà avvocato. Si sposa solo nel 1886 con un procuratore, molto più giovane di lei, il conte Malatesta Covo Simoni, con il quale nel 1894 si trasferisce a Roma. Muore in questa città il 14 giugno 1920, ormai da tempo appartata dalla lotta politica.

La donna e i suoi rapporti sociali (La liberazione della donna) è, dopo l’operetta giovanile “La masque de fer” 4 atti in francese scritti per il teatro a 18 anni, il primo libro di A. M. Mozzoni, stampato a Milano nel 1864 dalla Tipografia Sociale. È anche il suo lavoro più lungo, scritto prima che l’interesse politico la portasse a tradurre in termini di attualità i diversi aspetti della questione femminile. Come si noterà, l’espressione usata nel testo è «il risorgimento della donna», tratta dal linguaggio dei gruppi democratici dell’epoca, come del resto il titolo; ma, in entrambi i casi, si avverte una concezione del problema diversa da quella tradizionale, dato che i mazziniani dicevano di solito «missione», per indicare il fine delle loro organizzazioni femminili, che avevano di mira non il mutamento della società, ma l’educazione delle donne.

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La liberazione della donna – Anna Maria Mozzoni

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