Diffusione dei libri e Librerie

Distribuzione

La distribuzione e diffusione dei libri in Italia è ferma agli anni sessanta, quando un “informatore librario” visitava periodicamente le librerie, presentando il catalogo libri. Il direttore di ogni libreria faceva i suoi ordini in conto deposito e dopo qualche giorno arrivava il corriere con il camion a scaricare qualche scatolone. Dunque tempi lunghissimi di diffusione e promozione con una lenta e macchinosa gestione. Ebbene in sostanza la distribuzione funziona con il medesimo meccanismo, tranne qualche eccezione. E’ ovvio quindi che i distributori tendono ad avere solo grandi case editrici e lavorare solo su libri vendibili. Questo di fatto chiude le porte alla maggior parte delle case editrici e ad almeno 40.000 titoli ogni anno. Libri però che non sono dimenticati. Semplicemente vengono inseriti in catalogo e sono ordinabili, ma non sono disponibili in libreria e in molti casi nemmeno nel magazzino del distributore. Non possiamo certo pretendere di avere un distributore in Italia che si incarichi di distribuire tutti i libri editi. Sarebbe una scommessa persa in partenza, legato come è il settore, a regole ferme a più di quaranta anni fa. Dunque non ci resta che seguire vie alternative (diffusione diretta, ordini via fax, librerie on line, distributori telematici, etc.), e costruire lentamente e progressivamente nuovi canali di promozione e diffusione.

Librerie

Sono migliaia le librerie italiane, molte delle quali legate ai grandi gruppi editoriali (Mondadori, Feltrinelli, Einaudi, etc.), ma se escludiamo questi grandi magazzini, la maggior parte delle librerie sono medio-piccole, e dispongono di pochi metri quadrati per esporre i libri. Dunque circa il 90% delle librerie italiane può avere in esposizione un massimo di 4.500/6.000 titoli differenti contemporaneamente. Mediamente una libreria rinnova gli scaffali completamente ogni sei mesi. Per questo solo 10.000 titoli trovano spazio in libreria ogni anno. E gli altri 40.000 libri editi? Alcuni (forse altri 10.000) si fermano nei magazzini dei distributori, mentre gli altri nemmeno partono dalla casa editrice. In molti casi la responsabilità è diretta allo stesso editore che non invia il libro, ma non possiamo negare che molti librai non vogliono avere in libreria “titoli che non vendono”. In particolar modo le raccolte di poesia degli scrittori esordienti. Libri che prendono solo spazio. Non possiamo comunque chiedere ai librai di avere tutti i libri editi in Italia in vendita negli scaffali. Per averli tutti disponibili non basterebbe uno scaffale lungo dieci chilometri. E quale lettore è disposto a farsi una mezza maratona per cercare un libro di uno scrittore esordiente? E allora la soluzione alla portata di tutti è Internet con le sue librerie virtuali ed i book shop. Certo non c’è più la possibilità di “toccare” il libro, ma quanti pseudo-lettori si coprono dietro questa scusa per non comprare un libro? Molti, moltissimi. Ma non solo. Smettiamo di trincerare la nostra atavica voglia di “non leggere” dietro la solita frase: “Non ho trovato il libro in libreria”. Se un lettore, oggi, cerca un libro lo può trovare, ordinandolo presso una libreria o attraverso internet o telefonando alle case editrici. Queste scuse lasciamole ai bambini e andiamo avanti.

Andrea Giannasi

Invio manoscritti

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Editori, tra passione e difficoltà

In Italia operano circa 3.000 editori divisi in tre grandi gruppi. Il primo composto dai grandi editori ormai riuniti in pochi gruppi editoriali. Questi editori pubblicano il “vendibile” scommettendo su libri che hanno serie e concrete possibilità di vendita. Per questo negli ultimi anni gli scaffali delle librerie si sono riempiti di volumetti di comici, calciatori e cantanti. Per gli scrittori emergenti queste case editrici hanno previsto la lettera standard con la dicitura “siamo spiacenti il suo volume non rientra nella nostra linea editoriale”. Il secondo gruppo è formato da medi editori che editano libri spesso senza contributo e si muovono cercando di districarsi tra distribuzione, mass media e librerie. In questo gruppo operano circa 100 editori con discreti cataloghi e buone capacità. Da segnalare che in percentuale sono proprio gli editori medi a dover chiudere i battenti per fallimento con maggior facilità rispetto agli altri editori. Questo perché è difficile “vendere” libri oggi. Poi esiste un terzo gruppo che raccoglie la maggior parte degli editori o sedicenti tali. Dietro a sigle editoriali infatti spesso si celano tipografie che “stampano” libri a pagamento e non forniscono alcuna garanzia dopo l’uscita del volume. Moltissimi non hanno siti internet, non hanno distributori e non fanno alcuna presentazione in un anno. Ma attenzione non sono truffatori. Sfatiamo questa diceria. Gli editori a pagamento stampano libri per autori che hanno deciso in maniera chiara di editare versando un contributo. Dunque cade, lo ripeto a scanso di equivoci, la figura che vede l’editore come carnefice e l’autore come vittima. Oggi internet ci permette di conoscere molto meglio rispetto a qualche anno fa le case editrici. Per questo le scelte si fanno più facili e più chiare. E se proprio volete pagare ricordate che quello che fate non è dissacrante e che quando entrate in un negozio di scarpe prima di uscire pagate le Nike che avete appena acquistato. E così vale per ogni servizio che ricevete. Regole di mercato nello scrivere, così come esistono nell’arte (per esporre una mostra di quadri alcuni pittori a Milano pagano anche 5.000 euro per una settimana), nel cinema, nello sport (per fare un esempio in Formula 1 i piloti esordienti “portano” alle scuderie i soldi degli sponsor), nella politica e spesso purtroppo anche nella vita quotidiana. E allora perché a volte si pretende di ricevere un servizio gratuitamente?

Andrea Giannasi

lettori05

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Essere scrittore….

In Italia, secondo stime recenti, abbiamo circa quattro milioni di scrittori in erba che coltivano la passione della scrittura. Poeti e narratori che seguono orme lasciate da grandi scrittori italiani oramai scomparsi. Poeti e scrittori che maneggiano la penna con velocità e feconda produttività. Tanto che mediamente un poeta esordiente scrive in un anno almeno 200 poesie, mentre un narratore riesce a comporre due romanzi e venti o trenta racconti (quindi almeno 4 libri completi). Dunque esiste una richiesta di pubblicazione molto alta e in Italia vengono editi ogni anno 50.000 titoli nuovi. Nonostante questa grande produzione tra televisioni, radio e TV vengono presentati al grande pubblico in un anno a malapena 500 libri, molti dei quali scritti da autori italiani noti (dunque non più di 15/20), e da scrittori stranieri (la stragrande maggioranza). Le possibilità di visibilità per uno scrittore emergente sono ridotte a poche righe su periodici di provincia o di quartiere, ma questo non deve far credere che non esistano possibilità. Il sistema è lento e legato ad amicizie e farraginose deviazioni, corrotto e gestito, sovente, da individui senza alcuna preparazione in materia, ma ancora aperto. Anche se la struttura della promozione e della visibilità ha la forma di un cono d’imbuto, ogni anno almeno due o tre autori esordienti riescono a raggiungere una discreta visibilità. Certo, mancano i maestri che possano fornire validi aiuti, e mancano i critici letterari, ma attraverso libri di qualità e la serietà di tutti gli operatori, si possono aprire nuove vie e serie possibilità. In questo gioca un ruolo determinante il tempo. Ricordate che se uno scrittore è bravo, e non ha fretta di uscire alla ribalta, prima o poi avrà i giusti meriti. In ultimo è importante iniziare a pensare agli scrittori non più solo come ad autori “truffati”, ma come scrittori che seguono tutte le vie possibili per far conoscere le proprie opere. Ci sono, e sono molti, gli scrittori che hanno pagato migliaia di euro per pubblicare i loro libri, e ci saranno sempre. Ci sono autori che possono decidere di cercare un editore che scommetta tutto su di loro. E’ una regola del sistema. E’ un elemento dell’attuale (ma anche in passato funzionava così) economia editoriale che non può essere, né accusata, né rifiutata. Ognuno è libero di seguire la via che più lo soddisfa. Dunque, basta far passare lo scrittore come vittima e l’editore come carnefice. E’ una figura questa, distorta e poco realistica. Le vittime infatti sono sempre consapevoli di ciò che li attende. Ma questo vittimismo e questo piangersi addosso non aiuta gli scrittori esordienti che hanno una dignità letteraria inattaccabile, sia che abbiano pagato, sia che abbiano realizzato una pubblicazione gratuitamente.

Noi della casa editrice “Le Parche Edizioni” abbiamo seguito una linea editoriale che permette di equilibrare i piatti della bilancia, dividendo l’utile per ognuna delle figure. Non chiediamo contributi di stampa, che sostanzialmente penalizzano gli autori, ma analizziamo il lavoro che andremo a svolgere prima della pubblicazione, i vari servizi di editing, con cifre che permetteranno all’autore di raggiungere una discreta visibilità. Invia il tuo manoscritto, dopo aver visitato il nostro sito web all’indirizzo:

http://www.leparchedizioni.com/

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