Biografia di Gemma Formisano – “Tipacci da Hotel”

Piccola biografia di Gemma Formisano autrice del libro “Tipacci da Hotel”.
Gemma Formisano vive a Napoli. Nel 2013 si è laureata in Lingue, Culture e Letterature Europee con una tesi sul Romanzo Epistolare in Europa. Dopo due settimane ha iniziato a formarmi professionalmente, tramite uno stage, in un hotel 4* molto conosciuto e stimato nella sua città, facendo un percorso in salita, fino alla direzione. Lavora da 6 anni nel settore dell’ospitalità, passione scoperta per caso, culminata l’anno scorso con l’apertura di un affittacamere, che gestisce con il suo compagno, al centro storico di Napoli, “La Gemma”.

Oggi, nel silenzio più assoluto di un tranquillo pomeriggio in hotel, all’improvviso ho sentito anch’io un urlo di dolore proveniente da una camera: cuore a mille, spavento incredibile, con la paura che si trattasse dell’ennesimo brutto imprevisto da risolvere o, peggio, di rivivere la bruttissima esperienza di Arturo. Ho percorso il corridoio avvicinando l’orecchio ad ogni porta per capirne la provenienza, ma non sentivo più nulla. L’ho ripercorso da capo, ed eccolo lì di nuovo, l’urlo di dolore disumano. E in sottofondo la partita dell’Arsenal.
Quel maledetto, dopo poco è uscito dalla camera per bussare alla porta dell’amico con cui era arrivato, per poi sedersi nella hall e commentarne il risultato e le azioni: “E quindi era lei, prima, che urlava così forte? Ed era per la partita?” e lui ridendo soddisfatto mi ha risposto: “Sì, sì, ero io, che partita sofferta!”

Tratto dal libro:
“Tipacci da Hotel” di Gemma Formisano

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“Tipacci da Hotel” di Gemma Formisano

Recensione di Cristiana Abbate, della redazione giornalistica di senzalinea.it: Leggere delle avventure, delle esperienze, dei “fatti” di Gemma mi ha divertita tantissimo. Il suo diario è una ventata di aria fresca in un periodo in cui si respira un’aria filtrata da mascherine. Interessante ed esilarante scoprire il mondo vivo di un piccolo Boutique Hotel di Napoli, La Cerasella, ovviamente i nomi sono stati cambiati, ma i personaggi non sono frutto di fantasia. Gemma nel suo microcosmo racchiude realtà anche più grandi: l’organizzazione, la funzionalità, la gestione di una struttura alberghiera. I veri protagonisti sono i “Tipacci”, non intesi in senso dispregiativo, ma si tratta di quei clienti che in un modo o nell’altro lasciano il segno, si tratta di personaggi simpatici, strani e talvolta anche maleducati. L’autrice descrive benissimo un mondo costruito per il cliente in cui, tutto deve essere in ordine, fatto anche di cambiamenti per evolversi e migliorare, dove dietro un sorriso disponibile di un receptionist c’è una persona con dei sentimenti che si diverte, soffre e da anche in escandescenze, perché il cliente non sempre ha ragione. Non si tratta solo di una lettura divertente, ma in alcuni passaggi, tra una risata e l’altra, ho anche imparato come mai i giapponesi preferiscono usare la toilette della hall invece di quella nella camera; per gli indiani, invece, è normalissimo ruttare in faccia alle persone; il bidet, oggetto simbolo di pulizia, viene spesso snobbato.

Si può certamente affermare che Tipacci da Hotel è un romanzo di formazione professionale e personale: Gemma, inizia con uno stage per continuare a fare la gavetta e giungere ad essere nominata direttrice, tutto ciò con timori, paure, preoccupazioni. E’ una storia di grande amicizia che si riesce ad instaurare tra i vari dipendenti incluso Massimiliano, l’egocentrico e fantastico direttore. Ho sempre rispettato tutte le figure che lavorano negli hotel, mi sembra il minimo salutarli e sorridergli ogni volta che incrocio i loro sguardi, ma dopo questa lettura porrò ancora più attenzione nei loro riguardi:  non sempre le nostre richieste sono fattibili e loro per accontentarci devono fare i salti mortali, molto spesso non ricevono nemmeno un grazie da parte dei clienti. Un libro che dovrebbe essere presente in tutti i salottini degli hotel.

“Tipacci da Hotel” di Gemma Formisano

Nell’arco di tre anni, in un percorso che mi porta da stagista a direttrice, racconto delle difficoltà trovate nell’approcciarmi a un lavoro totalmente nuovo e sconosciuto, del rapporto con i colleghi e, soprattutto, a descrivere i personaggi strani che ho incontrato, che mi hanno dato lo spunto per riorganizzare tutte le note e gli appunti che avevo raccolto nel tempo, quasi per gioco. Ho terminato la stesura del romanzo in forma diaristica già due anni fa, sottoponendolo per divertimento ad amici e parenti, soprattutto ai miei ex colleghi, che avrebbero ritrovato tra le pagine episodi e personaggi realmente accaduti ed esistiti, rispettivamente. Sarebbe stata un’occasione per rivivere insieme dei ricordi piacevoli e in seguito mi sono resa conto che avrebbe potuto rappresentare un’occasione per informare, introdurre e avvicinare futuri giovani receptionist a questa professione, nonché per divertire gli attuali receptionist, che si sarebbero riconosciuti nelle esperienze e nelle sensazioni che si vivono e che si provano in questo meraviglioso settore.

“La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.”

Charles Bukowski