“Due passi insieme” di Chiara Zammarchi

Il cammino riporta le persone alla semplicità, le costringe alla frugalità, ogni passo è un invito a ripensare alla scala dei valori. Lo zaino diventa il simbolo del fardello che dobbiamo portare sulle spalle nella nostra vita quotidiana, di come i beni materiali da cui non vogliamo separarci diventino un peso. Svuotare lo zaino, regalare un indumento, un paio di scarpe che ci pesano, lasciarlo in un ostello a disposizione di chi ne ha bisogno, diventa un gesto liberatorio, che dà immediato sollievo alle nostre spalle, che rende il nostro passo più lieve.
La condivisione, l’empatia, la solidarietà, lungo un cammino smettono di essere parole e diventano uno stile di vita quotidiano, una necessità. Lungo il sentiero si costruiscono amicizie profonde nel giro di pochi chilometri, con dinamiche impensabili nella vita di tutti i giorni. Amicizie che spesso proseguono per anni dopo la fine del viaggio, anche se ci si trova in nazioni diverse. Per questo, e non solo per questo, tante persone oggi si mettono in cammino.

“Il cammino di Santiago di Compostela è una cronaca emozionale che racchiude in se la forza e la bellezza di un’alba. In chi lo compie, si manifesta il bisogno di ritrovare il senso profondo della propria esistenza, che spesso la vita quotidiana, con il suo ritmo incessante, dimentica o, con le mille attività e i diversi impegni, frantuma. Nello stesso tempo, durante il pellegrinaggio, si rinnova il desiderio di aprirsi a orizzonti più ampi di quelli che i nostri occhi vedono. Il pellegrinaggio quindi, come ogni cammino, è un itinerario di liberazione e un naturale processo di espansione. Lungo il cammino, le debolezze del corpo, le sue fragilità, le sue piaghe e le asperità della strada, si mostrano in piena luce, con pudore e semplicità. La stessa cosa avviene per le debolezze dell’anima, dell’essere umano completo. Più che altrove, o in circostanze diverse, la lontananza dalla propria casa o l’assenza di barriere abituali permette alla parola di ritrovare libertà, spogliandola da schemi e sovrastrutture.”

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